Selinunte

Fondata da Megara Hyblaea probabilmente nel 650 a.C., la città prese il nome del prezzemolo selvatico assai diffuso nella zona e detto dai Greci selinon. Fu la più occidentale delle colonie greche e certo una delle più fiorenti a giudicare dalla bellezza e dall’importanza dei suoi monumenti. Distrutta dai Cartaginesi nel 409 a.C., restaurata due anni dopo dal siracusano Ermocrate, ricevette ancora da Cartagine l’ultimo duro colpo nel 250 a.C. quando gli abitanti furono costretti a rifugiarsi a Lilibeo. La città sorgeva su di una spianata, posta fra due avvallamenti e divisa in due parti congiunte come da un istmo: sulla parte sporgente sul mare, a sud, era il nucleo più antico dell’abitato e l’Acropoli di cui restano i templi A, B, C, D e O; su quella a nord sorgeva la città propriamente detta. Su un’altra spianata ad est si ergevano i grandiosi templi orientali. Essi sono tre, G, F ed E e di questi il tempio G è il più grande di Selinunte ed una delle più colossali costruzione dell’architettura greca.